Amo Milano. Qui sono nata, qui sono cresciuta, ho provato anche ad andarmene ma sono sempre tornata. Contrariamente a quello che pensano molti credo che sia facile amare Milano. Perché contrariamente a quello che pensano molti Milano è una città che accoglie e che non fa figli e figliastri: per sentirsi milanese basta riconoscere di volerle un po’ bene. Non servono patentini, certificazioni dop o ascendenze multigenerazionali: sei di Milano se vuoi esserlo, perché Milano è tua se appena la vuoi. E anche se è vero che sentire parlare il dialetto è sempre più raro, la lingua vera e viva di Milano è fatta di tante infelssioni, di intercalari del sud – credo che si esclami “minchia!” più qui che a Messina, per dirne una -, accenti di paesi lontani e di paesi vicini che man mano allargano le loro vocali e creano un lessico comune – come i ragazzini che hanno iniziato ad usare l’appellativo “zio” come una volta si usava “capo” o altrove si usa “dottore”, e hanno iniziato proprio in quegli anni di prima reale integrazione dei figli degli immigrati nordafricani, da cui è stato assorbito questo uso linguistico oggi riconoscibilissimo come milanese. Amo la mia città, [...]
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